21 Dicembre 2018
Casa della Cultura e della Legalità
Salvaterra di Badia Polesine (RO)
...alcuni momenti dello spettacolo.
(ph, Riccardo Albertin)
Arriva Natale e tutti sono
presi dalla frenesia degli acquisti, invece ci si potrebbe fermare e ragionare
sul vero significato del Natale, reale, simbolico, metaforico che sia, pensare ed
apprendere dal di dentro.E’ quanto è accaduto a Villa
Valente Crocco nella Casa della Legalità e della Cultura, sede del Centro di
Documentazione Polesano onlus, con la lettura teatrale “Lei”, testo tratto dal
libro di Mariapia Veladiano, a cura dell’attore Adriano Baccaglini.“Cosa c’è di divino
nell’essere giovane madre di un figlio arrivato per grazia o per caso? Ci si
augura per lui una vita buona: che non incontri il male, che il mondo lo
accolga o almeno lo lasci in pace.E’ la storia umanissima di Maria,
Madre di Dio, vita che si consegna fragilissima e si promette eterna.Ma il figlio di Maria è troppo
speciale perché la storia sia solo quella ed infatti sarà altra, raccontata per
generazioni in poesia, in pittura, in musica, nel vetro, nel ghiaccio
immacolato, a punto croce, sulle volte delle cattedrali, sui selciati delle
piazze.Qui parla Maria attorniata dal
suo tempo e sopra di lei infine gli angeli che le fanno da corona, ma non
riescono a tenere lontano con le loro grandi ali, il gran male del mondo.Ciò che resterà del figlio,
sarà un corpo rotto senza grazia, consegnato ad una madre ancora giovane, anche
nel momento estremo così simile a tante madri”.Queste le parole di Mariapia
Veladiano scrittrice vicentina, autrice di libri molto profondi, che affrontano
argomenti assai impegnativi, con una chiave poetica per dare un po’ di
leggerezza alla drammaticità delle situazioni.La calda voce di Adriano
Baccaglini ha narrato come Maria dopo aver fatto il pane lo spezzasse per ogni
passante perché l’amore alla fine vince; Maria non ha capito, non ha nemmeno
saputo, a volte nemmeno voluto, vivendo come la sorgente che divenne un fiume,
con una altera consapevolezza di essere speciale, senza alcuna consolazione,
essendo hic et nunc per chi la cerca, già pronta con questo manto come un velo
di stelle, una ma-donna corale.Da questa lettura appassionata
e poetica emerge il bisogno di costruire storie che salvino, e Lei ha salvato
Dio mille volte; è una storia che affascina anche chi è ateo, perché c’è questo
racconto sempre con la visione di Lei, donna che ha detto di Si, con tutti i
suoi dubbi, applicando il libero arbitrio, come donna responsabile e quindi consapevole.Adriano Baccaglini ha
immaginato questa donna, l’ha interiorizzata, scegliendo accuratamente i testi
più poetici, cercando qualcosa che dialogasse con il testo, come la scelta di
elementi scenici a cura di Miranda Greggio e Luigi Milani e la video intervista
di Alberto Gambato, le musiche di Omar Sosa e Paolo Fresu, Arvo Part e
Sakamoto,molto amati dall’attore e la canzone Ave Maria di De Andrè, con la
voce di Antonella Ruggero.Il tutto ha ben rappresentato
l’impronta stilistica dell’attore di Lendinara, avvezzo ad usare testi propri o
di scrittori di grande spessore, mettendo a frutto la decennale esperienza nel
Teatro del Lemming e poi dal 2014 attore free lance al Teatro De Micheli a
Copparo.Una donna palestinese che
emigra per far nascere il suo bambino, come gli sguardi innocenti di tante
altre ragazze sui barconi, i loro nomi e
quelli delle donne italiane immigrate durante la guerra, con la narrazione di
Mariapia Veladiano e la sensibilità ed il misticismo di Adriano Baccaglini:
tutto questo è “Lei”.