mercoledì 11 dicembre 2019

IDENTIFICAZIONE di una VOCE



IDENTIFICAZIONE di una VOCE è una spettacolo sul significato della parola identificazione, sulle sue molteplici e possibili letture e definizioni.
Identificarsi in un personaggio è la peculiarità di ogni attore o interprete di Teatro.
Essere dentro al personaggio, è una sorta di identificazione, dare voce al personaggio è anche questo identificazione.
Su questa parola e sulle suggestioni trasmesse dalla bellezza è nata quindi questa breve ma intensa Lettura Teatrale, dove la poetica di Marguerite Yourcenar si incontra con altre parole, personali, che cercano un filo conduttore comune, che è quello della vita, del vissuto e dell’ancora da vivere, una sorta di “biografia incerta”, dove la mescolanza della Voce, della Musica e delle Immagini costruiscono un percorso, in parte vero in parte immaginato, come pagine di vita che volano nel vento, come quelle di un libro mai completamente letto, ma che rimarrà per sempre aperto. Un omaggio inoltre a Giorgio Albertazzi che di questo testo ne è stato il più grande e riconosciuto interprete.
A.B.

MeDeA - 22 novembre 2019




 Medea uno studio sulla violenza
La “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” è stata celebrata anche nella Casa della Cultura e della Legalità di Salvaterra, con la messa in scena del primo studio di Adriano Baccaglini 
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BADIA POLESINE (RO) – Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (questo il suo nome completo), scelta non a caso perché in questa data, nel 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. La “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”, istituita nel 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stata celebrata anche nella Casa della cultura e della legalità di Salvaterra, con la messa in scena del primo studio di Adriano Baccaglini ispirato a ‘Medea’, uno dei miti più discussi ed efferati della tragedia greca, arrivato fino a noi attraverso i testi di Euripide, Senaca e Ovidio. Sottotitolo dello spettacolo era: “Una possibilità di soluzione e di amore attraverso la rilettura del mito”.
La vicenda è nota: Medea innamorata di Giasone, ha lottato e persino ucciso per lui, tramando e compiendo ogni tipo di nefandezza per averlo tutto per sé, ma il destino le ha riservato la più amara delle delusioni. Creonte, re di Corinto, decide di dare in sposa a Giasone sua figlia Creusa offrendogli, in questo modo, la possibilità di salire al trono alla sua morte. A Giasone la proposta piacque e Medea, determinata a giocarsi il tutto per tutto e vendicarsi di Giasone nel modo più crudele possibile, uccise i figli che gli aveva generato.

L’intensità espressiva della protagonista, la determinazione a ottenere una rivalsa sull’affronto e l’ingiustizia patita hanno coinvolto emotivamente il folto pubblico presente ieri sera, guidato dalla voce di Adriano Baccaglini, regista e autore della lettura teatrale ispirata alla tragedia di Euripide e portata in scena da Mariangela Melato, a cui egli l’ha dedicata.
La lettura teatrale ‘Medea’, recitata intensamente in circa 35 minuti da Romina Zangirolami e Cristiana Previati, è stata una opportunità per tutti di sperimentare un tipo di teatro alternativo, con performance inserite in uno spazio che ha consentito di entrare in sintonia con il testo recitato e condividerlo.
La controversa ‘Medea’ aiuta a riflettere sulla consueta dissociazione del bene dal male, del bianco dal nero, di una cultura che tende a ignorare la comprensione della complessità umana e pertanto trova estrema difficoltà nell’inquadrare l’esplosione della distruttività all’interno di un contesto familiare ideale. A Corinto, ma anche oggi, l’uomo tentava di dominare l’altro assoggettandolo al proprio potere, imponendo a monte le regole del gioco. Medea perciò, trovandosi completamente fuori gioco, diventa l’emblema della tragedia dell’alterità, dell’opposizione uomo-donna, amore-potere, della disperazione correlata alla rottura di patti, della psicosi che subentra alla violazione dell’integrità della donna in particolare e del genere umano in generale, in un contesto che non offre altre risorse che la solitudine e la disperazione del suo essere.
Ricordare che il rispetto è alla base di ogni rapporto può essere l’antidoto per frenare la deriva alla quale stiamo assistendo col moltiplicarsi degli episodi di violenza fisica, sessuale e psicologica. Statisticamente nel mondo subisce violenza, mediamente, una donna su tre dai 15 anni in su e questo può accadere ovunque: dentro le mura domestiche, sul posto di lavoro, per strada. Una lunga scia di violenza che può culminare con l’estrema conseguenza: il femminicidio. Ancor più sconcertante il fatto che nel 38% dei casi di omicidi di donne, il responsabile sia il partner.
Complimenti infine a Remo Agnoletto e al suo staff, che sono capaci di offrire anche con pochi mezzi appuntamenti di sicuro rilievo culturale, nonostante l’inopportuna coincidenza già segnalata di eventi in Badia.
Ugo Mariano Brasioli