Medea uno studio sulla
violenza
La “Giornata mondiale contro la violenza sulle
donne” è stata celebrata anche nella Casa della Cultura e della Legalità di
Salvaterra, con la messa in scena del primo studio di Adriano Baccaglini
BADIA POLESINE (RO) – Il
25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza
contro le donne (questo il suo nome completo), scelta non a caso perché in
questa data, nel 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche
della Repubblica Dominicana. La “Giornata mondiale contro la violenza sulle
donne”, istituita nel 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni
Unite, è stata celebrata anche nella Casa della cultura e della legalità di
Salvaterra, con la messa in scena del primo studio di Adriano Baccaglini ispirato a ‘Medea’, uno dei
miti più discussi ed efferati della tragedia greca, arrivato fino a noi
attraverso i testi di Euripide, Senaca e Ovidio. Sottotitolo dello spettacolo
era: “Una possibilità di soluzione e di amore attraverso la rilettura del
mito”.
La vicenda è nota: Medea innamorata di Giasone, ha lottato e persino
ucciso per lui, tramando e compiendo ogni tipo di nefandezza per averlo tutto
per sé, ma il destino le ha riservato la più amara delle delusioni. Creonte, re
di Corinto, decide di dare in sposa a Giasone sua figlia Creusa
offrendogli, in questo modo, la possibilità di salire al trono alla sua morte.
A Giasone la proposta piacque e Medea, determinata a
giocarsi il tutto per tutto e vendicarsi di Giasone nel modo più crudele
possibile, uccise i figli che gli aveva generato.
L’intensità
espressiva della protagonista, la determinazione a ottenere una
rivalsa sull’affronto e l’ingiustizia patita hanno coinvolto emotivamente
il folto pubblico presente ieri sera, guidato dalla voce di Adriano
Baccaglini, regista e autore della lettura teatrale ispirata alla tragedia
di Euripide e portata in scena da Mariangela Melato, a cui egli l’ha dedicata.
La lettura
teatrale ‘Medea’, recitata intensamente in circa 35 minuti da Romina Zangirolami e Cristiana Previati, è stata una opportunità per tutti
di sperimentare un tipo di teatro alternativo, con performance inserite in uno
spazio che ha consentito di entrare in sintonia con il testo recitato e
condividerlo.
La controversa ‘Medea’
aiuta a riflettere sulla consueta dissociazione del bene dal male, del bianco
dal nero, di una cultura che tende a ignorare la comprensione della complessità
umana e pertanto trova estrema difficoltà nell’inquadrare l’esplosione della
distruttività all’interno di un contesto familiare ideale. A Corinto, ma anche
oggi, l’uomo tentava di dominare l’altro assoggettandolo al proprio potere,
imponendo a monte le regole del gioco. Medea perciò, trovandosi completamente fuori
gioco, diventa l’emblema della tragedia dell’alterità, dell’opposizione
uomo-donna, amore-potere, della disperazione correlata alla rottura di patti,
della psicosi che subentra alla violazione dell’integrità della donna in
particolare e del genere umano in generale, in un contesto che non offre altre
risorse che la solitudine e la disperazione del suo essere.
Ricordare che il
rispetto è alla base di ogni rapporto può essere l’antidoto per frenare la
deriva alla quale stiamo assistendo col moltiplicarsi degli episodi di violenza
fisica, sessuale e psicologica. Statisticamente nel mondo subisce violenza,
mediamente, una donna su tre dai 15 anni in su e questo può accadere ovunque:
dentro le mura domestiche, sul posto di lavoro, per strada. Una lunga scia di
violenza che può culminare con l’estrema conseguenza: il femminicidio. Ancor
più sconcertante il fatto che nel 38% dei casi di omicidi di donne, il
responsabile sia il partner.
Complimenti infine
a Remo Agnoletto e al suo staff, che sono capaci di offrire
anche con pochi mezzi appuntamenti di sicuro rilievo
culturale, nonostante l’inopportuna coincidenza già segnalata di
eventi in Badia.
Ugo Mariano Brasioli